Basilica Cattedrale - Organo della cripta
Si hanno notizie di un'organo collocato nella cripta della Cattedrale di Parma fin dal secolo XVI, tuttavia le più precise riportano la costruzione di un organo da parte di Michelangelo Rangoni nel 1606, successivamente restaurato e rimodernato da Giulio Cesare Burzio nel 1623, Girolamo Tortona nel 1664, Carlo Lanzi nel 1680, don Bernardo Poncini nel 1734, Giovanni Cavalletti di Ferrara nel 1772 e 1775, Antonio Negri-Poncini nel 1784 e dai fratelli Serassi di Bergamo nel 1787.
Nella notte del 24 dicembre 1802, però, tutte le canne dell'organo vengono trafugate, così i Fabbricieri incaricano gli stessi Serassi della costruzione di un nuovo organo.
L'organo Serassi, a sua volta venne rimosso attorno al 19401, senza lasciare tracce e nessun nuovo strumento venne mai progettato per sostituirlo: l'attuale organo, infatti, non fu costruito per la Cattedrale di Parma, ma per il Santuario della Madonna delle Grazie di Berceto (PR), ad opera dell'organaro Gaetano Cavalli di Lodi, nel 1895.
Questo strumento subì, poi, verso la metà del secolo XX una serie di importanti modifiche da parte di Vittorio Ponchia di Boretto (RE), il quale richiuse l'intero strumento in cassa espressiva ed eliminò la console ”a finestra“ originale, sostituendola con un'altra capovolta, ossia tale per cui l'organista volgeva le spalle alle canne. La trasmissione rimase comunque meccanica e la fonica, presumibilmente, inalterata.
Fu verso la fine degli anni '80 che quest'organo venne trasferito da Berceto alla cripta della Cattedrale di Parma, lavoro per il quale venne incaricata la ditta ”La Frescobalda“ di Varsi (PR); non si trattò, però, di un mero trasporto: è assolutamente possibile che lo strumento versasse in condizioni non buone, pertanto si colse l'occasione per una sua rivisitazione complessiva che ne trasformò radicalmente la fisionomia. Una volta a Parma lo strumento fu privato della cassa espressiva costruita dal Ponchia e vennero aggiunti alcuni registri tali da ottenere una rassomiglianza con uno strumento del primo ottocento. La console capovolta e la trasmissione meccanica furono mantenute.
Tuttavia, dopo nemmeno una decina d'anni, l'organo mostrava uno stato di forma piuttosto precario, così che si decise per un restauro di tipo conservativo, ossia tale da riportare lo strumento all'originale disposizione del Cavalli, eliminando tutte le aggiunte successive.
I lavori di restauro sono stati eseguiti dalla ditta Francesco Michelotto di Albignasego (PD) nel 2007
Disposizione fonica
- Fagotto bassi
- Trombe soprani
- Flauto 8' soprani
- Ottavino [s.]
- Violino 8' soprani
- Viola 4' bassi
- Viola 4' soprani
- Dolciana 4' bassi
- Dolciana 4' soprani
- Voce Umana
- Principale 8' bassi
- Principale 8' soprani
- Ottava bassi
- Ottava soprani
- Quintadecima bassi
- Quintadecima soprani
- Due di Ripieno
- Due di Ripieno
- Tre di Ripieno
- Contrabbassi e Ottave
- Unione Tasto-Pedale
- Tremolo
- Concerto viole
- Piano
- Terza Mano
- Combinazione aggiustabile alla lombarda
- Tiratutti
La tastiera ha la prima ottava cromatica e la divisione bassi/soprani è tra si2 e do3
La pedaliera è del tipo diritto.
La trasmissione è interamente meccanica.
1Erano gli stessi anni della rimozione dell'organo maggiore (si veda organo maggiore e organo corale): nulla di più facile che qualche «riparatore d'organi» abbia convinto i fabbricieri, o chi per loro, a liberare la Cattedrale dall'ennesimo vecchio organo, magari in cattivo stato di salute. Peccato fosse un Serassi...