La chiesa - ora Basilica - di Santa Maria della Steccata disponeva di un organo fin dal tempo della sua costruzione, i cui lavori terminarono nel 1539; tuttavia questo antico strumento proveniva da un precedente oratorio, che l'attuale chiesa ha sostituito, di dimensioni ben più modeste. Per queste ragioni, nel 1574, venne commissionata la costruzione di un nuovo organo al celebre organaro Benedetto Antegnati di Brescia

Questo strumento venne poi restaurato dal nipote di Benedetto, Costanzo, vent'anni dopo, ed arricchito da due portelle dipinte da Francesco Mazzola, detto Parmigianino.

A questo stesso organo, prestò servizio Claudio Merulo da Correggio, quando nel 1591, fu nominato organista della chiesa di Santa Maria della Steccata, dopo aver preso il medesimo incarico in Cattedrale nel 1587.

L'organo Antegnati subì un primo importante intervento di ampliamento nel 1778, ad opera dell'organaro locale Antonio Negri-Poncini che lo dovette anche adattare alla nuova cantoria lignea.

Il declino di questo strumento inziò, purtroppo, nel 1892, anno in cui venne collocato un nuovo grande organo nell'abside della chiesa, costruito da Carlo Vegezzi-Bossi: questo comportò, naturalmente, l'abbandono dell'organo antico, che portò alla sua completa rovina.

Nel 1970, la ditta Tamburini di Crema, operò un grande intervento di ammodernamento che coinvolse entrambi gli organi della chiesa, in particolare ripristinò l'organo Antegnati/Poncini alla sua completa funzionalità, ricostruendo la console a finestra in cantoria, restaurando il materiale sonoro di maggior pregio1 e ricostruendo tutti i registri mancanti per conferire allo strumento una fisionomia fonica settecentesca.

(da U.Leoni, Il grande organo della Steccata)

Disposizione fonica

La tastiera ha la prima ottava scavezza e la divisione bassi/soprani è tra do#3 e re3

La pedaliera è del tipo a leggio con 19 pedali.

La trasmissione è interamente meccanica.

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